Per quel che vale, non andrò mai d’accordo con le persone che non si attribuiscono la responsabilità dei propri insuccessi. E sono completamente tranquillo riguardo a questo, non credo di perdermi nulla.
Chiaramente, ancor meno con le persone che attribuiscono i propri insuccessi alla sfortuna e i successi altrui alla fortuna.
Ma, in generale, non andrò mai d’accordo con le persone che attribuiscono i propri insuccessi agli altri, alle congiunture astrali, all’allineamento dei pianeti.
Questo non significa – e qui sta il nodo cruciale del ragionamento – che si sbaglino, se la mettiamo in meri termini di vero o falso, giusto o sbagliato. Se analizziamo i successi a posteriori, è chiaro che troviamo fortune in chi ha avuto successo e sfortune in chi di successo non ne ha avuto.
Ma il punto, ancora una volta, non è quanto sia giusto o sbagliato attribuirsi o meno la responsabilità dei propri insuccessi, ma quanto sia utile.
Da un punto di vista analitico, cioè, il mio insuccesso non dipende solo da me, certo. Ma, secondo un approccio utile, non ha importanza cosa non dipenda da me, ma cosa dipende da me e, soprattutto, ciò che posso cambiare.
Diamo sempre troppa importanza a ciò che sia vero o falso, giusto o sbagliato, e troppo poca a cosa sia utile.
Se mi permettete di chiudere con una citazione, quando nel primo Matrix Morpheus porta Neo dall’Oracolo, con un’aria tra il saccente e il presuntuoso, Neo chiede a Morpheus cosa sappia l’Oracolo:
N.: E che cosa sa? Sa tutto?
M.: Lei direbbe che sa abbastanza.
N.: E non si sbaglia mai.
M.: Non pensare a quello che ti dirà in termini di giusto o sbagliato. Lei è una guida. Ti aiuterà a trovare la tua strada.

