LIBERTÀ, LIBERTÀ, LIBERTÀ

Siete su una strada a tre corsie con limite a centotrenta all’ora.

È già un limite basso, ma sulla corsia di sinistra non ci trovate una macchina che va a centotrenta, ma una macchina che va a cento chilometri all’ora.

Quindi gli state un po’ dietro sperando che si tolga, ma non si toglie.

A quel punto avete tre scelte:

– gli fate i fari

– la sorpassate a destra

– rinunciate e andate a cento all’ora

Solo una di queste soluzioni è a norma di legge, e se la prima non è consentita, la seconda è vietata. Solo reprimersi è a norma di legge.

Questa è l’Italia, a oggi.

Un paese in cui ci sono moltissime persone dalla immeritatamente alta considerazione di sé che impongono i propri cento all’ora a tutta la coda dietro di sé, e molte persone che potrebbero andare a duecento ma che:

– o vengono odiate perché fanno i fari (quando a rigor di logica si dovrebbe odiare chi occupa una corsia ingiustificatamente, solo perché gli va di occuparla)

– o sono costrette a infrangere un divieto e superare in modo illegale

– o sono costrette, per evitare le due eventualità precedenti, a reprimersi e andare a cento

Se vi viene da obiettare che c’è chi va ben oltre i limiti consentiti e rischia di provocare più danni di chi occupa ingiustificatamente una corsia avete certamente ragione, ma vi state concentrando sulla similitudine e perdete il punto:

Non si può diminuire la forza o l’energia, si può solo fargli cambiare direzione, o forma.

Se non si trova un modo strutturato per dare più libera espressione all’energia, il risultato sarà, oggi come sempre, l’infrazione o la repressione. Non ci sono terze vie.

Le spinte imprenditoriali e le energie meritevoli prorompenti devono essere certamente debitamente contenute, ma nel nostro paese lo sono troppo.

Perché, verrebbe da chiedersi. Perché perpetrare questo sistema mortifero?

E qui si arriva al punto.

Le spinte imprenditoriali e le energie meritevoli prorompenti sono castrate da forze inibenti e mortificanti quali quella ecclesiastica, moralista da un lato, e quelle legislative e giuridiche, giustizialiste dall’altro, a vantaggio di un sistema tanto diabolico (e forse inconsapevole) quanto efficace, che instilla da un lato un senso di colpa morale/religioso, dall’altro il senso di colpa civile/giuridico, con, in entrambi i casi, lo stesso scopo: il potere (antidemocratico, ottenuto per intercessione divina) e il controllo.

E come si fa a controllare con il senso di colpa? Si sputtana mediaticamente, molto più di quanto si punisca effettivamente in modo esecutivo, cioè in base a quanto previsto da legge.

Basti pensare al caso Berlusconi: a detta di molti il diavolo incarnato, che alla fine della propria parabola giudiziaria ha ottenuto l’interdizione dalla politica (l’unico risultato davvero agognato da chi lo ha condannato, cioè toglierlo dalla scena) e un anno di servizi agli anziani, per quattro ore alla settimana. Per il Demonio fatto carne, per il Grande Infrangitore del Codice Penale Italiano, un-anno-di-servizi-agli-anziani. Se non fosse vero, sembrerebbe una barzelletta.

Perché? Perché la vera punizione era sputtanarlo davanti al mondo intero.

Si noti che il punto che si vuol tenere non riguarda la difesa di Berlusconi. Si vuole invece porre l’attenzione su un sistema anti-liberale che inibisce oltre misura per poi poter condannare chi evade l’inibizione.

C’è una parte del sistema che teme l’imprenditoria e chiunque si metta in gioco sul mercato perché teme il mercato, il merito e la democrazia, sapendo che se il sistema fosse più libero, democratico e meritocratico perderebbe gran parte del proprio potere e del proprio controllo. E questa parte del sistema comprende tutti coloro che si arrogano il diritto alla decisione e al comando senza un suffragio.

L’unico modo che rimane loro per mantenere il proprio potere è controllare tramite il senso di colpa. Della cui relativa pena loro sono garanti assoluti di legittimità, e di cui sono gli unici possibili redentori, ovviamente, per volere divino. Da qui il proprio potere e controllo.

E il punto finale dunque è: se si autoarrogano diritti e poteri senza un suffragio, e controllano, chi controllerà i controllori? La risposta a oggi è: nessuno.

E a loro va benissimo così.


Più che Libertà, Uguaglianza, Fraternità,

Libertà, Libertà, Libertà!

Lascia un commento